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Terzo volume di un trittico ideale, Arrigo Cipriani lascia l'Harry's Bar, ombelico della mondanità, e potenzia ironia e verve comica. In "Stupdt" (che sta per "Stupidate") queste due dimensioni sono infatti portate ai loro estremi, e il risultato è un pastiche che continuamente muove il lettore dal sorriso alla risata. Uno "stupidario" colto e intelligentissimo, geniale. Ci sono i rapporti umani, quelli tra marito e moglie, o tra spasimante e amata, in entrambi i casi ottuagenari, che vengono colti in fulgidi attimi di inavvertita comicità quotidiana (la moglie sonnambula che nel mezzo della notte fa sesso con un vicino e torna a letto dal marito lamentandosi dei suoi problemi col sonno), e le querelle divine (esilaranti quelle tra Dio e Buddha, in cui un Dio frustrato si vendica su Adamo e questi a sua volta sul figlio Caino). E poi c'è l'uomo che vende la felicità in un barattolo di vetro vuoto e diventa ricco. C'è la storia d'amore sempre sul punto di fiorire tra Delirio e Alvara, e la relazione tutta epistolare con la signora Marple. È l'universo tutto che va in scena in questa originale opera di Arrigo Cipriani, spogliato, nudo e buffo, immortalato nell'attimo in cui è più goffo, quello in cui mai si ha la prontezza di guardarsi allo specchio. Quasi magicamente, portata dal brusco sbotto di una risata, l'essenza umana più profonda si converte in evanescente leggiadria, e neanche la morte fa più paura.